Mio padre, quello tutto d’un pezzo.
Lui che non mi dice brava, ma mi stringe la mano.
Lui che: il lavoro vuol dire sedersi qui e fare due conti.
Lui che mi vedeva iscritta a giurisprudenza: “ché poi fai quello
che vuoi”.
Lui che, prima di tutto, viene la logica.
Lui che non legge romanzi ma saggi.
Lui che i film sono solo quelli di Boldi e Pozzetto.
Lui che non piange mai e non soffre nemmeno il solletico.
Lui che per darti una carezza ti lascia il segno.
Due chiacchiere, la sera del mio primo giorno di lavoro.
Al telefono:
Papà: allora cosa hai
fatto oggi?
Io: ho lavorato a uno
spot da 30 secondi.
Papà: (pausa perplessa) ok, 30 secondi… e per
il resto della giornata, cosa hai fatto?
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