Due o tre cose che non voglio dimenticare.
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Era uno dei miei primi giorni di
lavoro. Classica riunione: tutti intono a un tavolo per rivedere i testi di una
campagna. Direttore creativo, art, copy, account q.b., io - seduta in un angolo
- e Pino Pilla. Per chi non lo conoscesse, uno dei più grandi autori di parole
nella pubblicità italiana. Che, presentando i suoi titoli, dice:
“Scusate, non ho avuto tempo di
scriverne meno.”
Negli anni mi sono trovata spesso
a pensare a queste parole: quanto può essere difficile raggiungere la
semplicità?
Le piccole cose rimangono nascoste
ma, se ci sforziamo di ricordarle, diventano una poesia di sorprendente
complessità.
Le mani di tutti e tre,
disegnate una dentro l’altra.
Un mazzo di girasoli,
“perché tu mi fai sentire così.”
“Ciao Mamma Isa, tanto bene.”
Cantare
a squarciagola in macchina.
Cantare a squarciagola“il
Coccodrillo come fa…”: io la prima parte delle parole, Marco l’ultima.
Aspettare
le 16.00, ed emozionarmi ogni giorno per vedere ancora il mio ometto.
Aspettare le 20.00, ed
emozionarmi ogni giorno per vedere ancora il mio uomo.
Il sorriso dei miei genitori il giorno della mia laurea.
Fare colazione tutti e tre… senza
rovesciare niente!
Marco che balla
la suoneria del mio cellulare.
Andare al cinema dopo due anni.
E guardare tutto il film senza cambiare un pannolino,
mettere un ciuccio, leggere una favola, cantare una ninna nanna...
Sfregarsi i piedi sotto le coperte prima di dirsi buona notte.
Alla radio passa il pezzo del viaggio di maturità.
La stretta di mano di mio padre.
Fare la torta di compleanno più brutta del mondo.
“Il ballo del sottopentola… vieni anche tu a ballaaaar… lalalalaaaa”
Finire l’alfabeto gridando gooool al posto della z.
"Mi accompagni a casa?" "Sì". E non
lasciarsi mai più.
La risata di Marco mentre lo uccido di solletico.
Fuori
piove e noi siamo nel lettone.
Svegliarsi 5 minuti prima della sveglia e goderseli tutti.
Preparare una torta con mia madre.
Due piedini nelle mie mani.
La
prima recita di Natale. Ma non avevo giurato di non piangere?
Una
telefonata da lontano, solo per dirti: ti voglio bene.
non lo avevo mai letto questo. Chambre mi sono commossa e passi che non è facile come tu ben sai...
RispondiEliminaè un onore commuoverti!
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