sabato 23 novembre 2013

Mamma dixit – intercettazioni creative. 15 motivi per lasciare il lavoro. E uno per tenerselo.


Ci sono colleghi che appena li vedi, ti chiedi se non sia arrivato il momento di rileggerti Siddharta.

Ci sono colleghi che, al primo minuto del lunedì mattina, ti hanno già fatto più domande di Mike a Lascia o Raddoppia.

Ci sono colleghi che hanno smesso di fumare. Le loro sigarette, mentre le tue vanno ancora benissimo.

Ci sono colleghi che non ridono mai. Ma quando fa una battuta il capo, potresti fargli una gastroscopia a occhio nudo.

Ci sono colleghi che non è mai colpa loro. Neanche Perry Mason riuscirebbe a provare il contrario.

Ci sono colleghi così ansiosi che sono dei buchi con l’ulcera intorno.

Ci sono colleghi che ti fanno interrogare sulle reali differenze tra uomo e scimmia.

Ci sono colleghi che puzzano così tanto, che hai provato a iscriverli ai programmi speciali della Johnson&Johnson. L’azienda ha risposto che sono contrari ai test su animali.

Ci sono colleghi che non muovono un dito se prima non hanno ricevuto autorizzazione scritta dal capo, vice capo, assistente del capo, vice assistente del capo, portaborse del capo. A volte, anche il parrucchiere del capo deve dire la sua.

Ci sono colleghi che hanno così tante facce, che quando ti parlano senti l’eco.

Ci sono colleghi che fanno lunghe pause quando parlano. E queste sono la parte più interessante del loro discorso.

Ci sono colleghi che sanno piangere a comando. Penso che abbiano preso lezioni da Meryl Streep. Anzi, la Sreep ha molto da imparare!

Ci sono colleghi che, mentre parlano, sputano. Sputano molto e tu ti senti tanto Gene Kelly in Singing’ in the Rain.

Ci sono colleghi eterni fanciullini: purtroppo, dei loro sedici anni, è rimasta solo l’acne.

Ci sono collegi che raccontano barzellette. Neanche la tua migliore interpretazione di Dart Fener li fermerà.

Ma

Nessuno di questi potrà mai dirti… “Le faremo sapere”.

Frase che reputo più bastarda della sua gemella sentimentale: “Ti lascio, ma restiamo amici”.

Entrambe pronunciate per pura cortesia, ma mentre la seconda presuppone che sia stato consumato qualcosa, la prima ti stronca al primo appuntamento.




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