martedì 12 novembre 2013

Mamma dixit – intercettazioni creative.


Doveva capitare proprio a me il figlio matrioska?

Appena me l’hanno messo tra le braccia, ho pensato che eravamo proprio due gocce d’acqua, che, vabbè, non avrebbe avuto il mio cognome, però sarebbe stato una mia carta d’identità ambulante. 
Ma la fregatura c’era e si celava dietro quel pianto paonazzo… come se avesse fatto tutto da solo. E io, intanto, fossi stata lì a limarmi le unghie.
                  

                               Fuori era tutto sua madre, 
     ma dentro aveva nascosto tutte le sfaccettature di suo padre.



Certo, non c’ha messo molto per esternare il testosterone paterno, visto che il suo sport preferito era sfilarsi i calzini e lanciarli per casa. Ma io, cocciuta, non volevo vedere e mi concentravo sul suo sorriso, così simile al mio. Povera rimbecillita.

Avrei dovuto accorgermene anche quella volta che, guardandolo dritto negli occhi, 
gli ho detto: “Marco: hai capito bene quello che ti ha detto la mamma?!
“Tì, mamma Isa” (facendo su e giù col capino)… e poi ha fatto esattamente il contrario.

Quando li ho trovati così davanti alla tv… ormai non potevo più fare nulla.

Poi, una sera, torno a casa e i due uomini se la stanno ridendo di gusto.
Il papà, l’adulto, la persona matura tra i due, mi dice: 
“Gli sto insegnando un po’ di dialetto, perché le radici sono importanti”.


Penso: Be', l’inglese sarebbe più utile, però anche il dialetto è un bagaglio culturale da non dimenticare... che Marco è un bel mix regionale e che quindi…

Papà: “Va a dà via el…”

Marco: “Cuuuuu!!!!”

E giù le risate.


Ecco di chi era la colpa!
http://mammacomecopy.blogspot.it/2013/10/normal_26.html



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