sabato 18 gennaio 2014

Mamma dixit – intercettazioni creative. Il virus.


Ehi tu, sei tornato anche quest’anno?
Non ci mancavi affatto, sai? Ma per niente proprio.

Ti immagino già a sfregarti quelle zampette che tieni sul davanti e che muovi come una mosca che si contorce su una cacca.
Ma tu sei peggio di lei, perché lavori nell'ombra e non fai vedere che te la intendi con quella cosa puzzolente, anche se siete parenti stretti. Lo sanno tutti.

Ti immagino, ad aspettare il momento giusto: dopo le Feste (dove ti sarai ingrassato per bene anche tu), hai aspettato questo tempo qui, a metà tra Seattle e Giacarta, e la gente che si stringe bene sui tram e si butta addosso quel bell’alitino pieno di te.
Sì, perché uno non lo sa che stai già lavorando nel suo intestino. Te sei subdolo, ci fai stare bene fino a un secondo prima, in modo da poterti spargere senza problemi. Ma dopo mezz’ora… patatrac! Il nostro migliore amico è già la tazza.

Ti immagino come un verme bitorzoluto, con tante zampette sottili, come il cattivo di Monster&co., molliccio e un po’ peloso, con la faccia sempre messa di traverso.




Ehi, con te non ho ancora finito!



Perché te la prendi coi bambini, eh? Facile vero? Non piace a nessuno attaccarsi a qualche ansa intestinale di un camionista barbuto di 140Kg e poi restare a fargli compagnia in bagno, mentre finisce di evacuare la sua ultima zuppa di fagioli.

È molto più facile entrare in uno stomachino pieno di filetto di platessa e mela grattugiata e renderlo, in poco tempo, una dirompente arma chimica di distruzione di massa. Che neanche la bambina dell’esorcista sarebbe stata capace di tanto.

E poi, vogliamo parlare dei tuoi tempi comici? Che fanno ridere solo te, ovviamente.
Non ti piace il giorno, roba da principianti. Tu preferisci le piccole ore notturne. Il momento più bello per raccogliere pezzetti di cena e fare un cambio lenzuola non programmato.
Tanto per essere chiari: un week end a Parigi, una festa a sorpresa, un aumento di stipendio, i saldi, un bacio… queste sono quel genere di cose che a noi umani piace ricevere senza preavviso. TU NON SEI MAI UN OSPITE GRADITO!

Con te, un Moment o una Tachipirina, un’Aspirina o un Aulin sono acqua fresca. Non servono a nulla.  Con te, tutti i medici e i farmacisti, scuotono la testa. Non c’è primario o specialista che tenga.

“Mi scusi, sto malissimo. La sto chiamando direttamente dal water. Sono un flusso continuo di cacca e vomito. Mi può consigliare qualunque cosa, anche illegale, per avere un po’ di sollievo?”

“Eeeeeh, signora mia, è quel brutto virus che sta girando.”

“Sì appunto, le chiedevo qualcosa per fermarlo. Con me si è già fatto un bel po’ di giri e sarei stanchina…”

“Mi spiace ma non c’è nulla da fare. Al massimo dei fermenti, appena smette di vomitare. Comunque, non si preoccupi, dura solo 24 ore!”

Ma che gli hai fatto tu a ‘sti dottori??? Sono tutti remissivi. Con te diventano accomodanti: 
“Alla fine, dai, dura solo 24 ore”.

“Ho capito, ma sono 24 di merda, però!”

E poi ti odio perché ti sei montato la testa. Una volta ti chiamavano con definizioni al limite dello sproloquio: cagotto, squaraus, cacca-che-corre, cagone, cacca liquida, cagariola, mossa di corpo, sciolta, cacca molla… adesso ti dai un tono e, nel cartello affisso all’asilo, c’è scritto: “si sono verificati casi di gastroenterite acuta”. 
Prima che ti pronuncio per esteso, ho già fatto la cacca tre volte!

È come se per la varicella scrivessero: “Simpatiche fragoline hanno attaccato l’asilo”. O, per la parotite: “Oggi è arrivato Dumbo a conoscere i bambini”. O ancora, al posto della scarlattina: “C’è stata l’invasione degli gnomi con la lingua color lampone”.

Ma dai! Non ci casca più nessuno, carino. 
Puoi farti chiamare anche cioccolato, ma quello che ho pulito stanotte non era certo un Profiterole! 


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