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Magari hanno ragione i
bambini. Ai regali ci pensa Babbo Natale.
Basta mettersi lì con carta e penna e scrivergli due righe.
Basta mettersi lì con carta e penna e scrivergli due righe.
Ma, mentre aspettiamo che scenda dal camino... i regali si fanno e si ricevono, in una catena di montaggio che si ripete ogni anno, precisa come il cambio della Guardia inglese.
Così, ogni famiglia, trova le
sue regole per sopravvivere all’ansia da pacchetto:
Prima i vecchi e i bambini. I regali si fanno solo ai bambini e ai nonni… così, alla
fine, gli sfigati tagliati fuori sono solo quelli della generazione di mezzo:
cioè la mia.
Il sorteggione. I
regali non si fanno, né si ricevono: si pescano da un grande cesto. Divertente
quando mio padre pescò un perizoma rosso. Poi rifilato alla nonna: lei disse che
sapeva cosa farsene e nessuno le ha mai chiesto di più.
La beneficenza.
Per salvarsi l’anima, c’è chi destina i soldi dei regali ad enti benefici e poi
scrive bigliettini del tipo: “Grazie a te, il piccolo Amir ha una zanzariera
sopra la sua culla”. Divertente è capitare vicino a qualche anziano della
famiglia, che ha tutto un suo concetto di solidarietà. Con simpatiche
circonlocuzioni dialettali, ti spiega che una zanzariera non si può bere. Una
bottiglia di grappa, sì.
Il creativo. Ce
n’è sempre uno in famiglia e, di solito, sceglie sua moglie come cavia. Il
lancio in paracadute diventa il regalo migliore, anche se la zia soffre di
vertigini, oppure il giro in mongolfiera o la cena nel ristorante più alto del
mondo… completamente incurante che la zia vomita già al secondo piano! Minacciato
di divorzio, l’anno scorso ha dovuto ripiegare su un portafoglio.
Il collezionista. C’è
chi, piuttosto di pensare ai regali di Natale, si farebbe ibernare alla Vigilia
e scongelare alla Befana. Così, ha escogitato i regali a catena: trovato il
primo, gli altri vengono di conseguenza. Attenzione a non manifestare entusiasmo
per uno scoiattolo Swarovski, perché nel giro di pochi anni ti ritroverai a vivere
in un bosco di cristalli.
L’estraneo. Lui si
è sempre chiamato fuori. Non fa regali a nessuno perché è contrario al
consumistico scambio di doni. Chiude un occhio solo quando li riceve.
Lo smemorato.
Inutile, fa di tutto per ricordarselo ma il 25 dicembre lo coglie ancora di
sorpresa. Purtroppo, nella fretta, si dimentica anche i regali.
Io, per quest’anno, ho trovato.
Un piccolo pensiero per gli
altri.
Uno più grande per me.
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