martedì 10 giugno 2014

Le 3 cose che una mamma non sopporta a letto.

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Non vi scaldate troppo. Oggi parlo di posizioni strane, ma il kamasutra non c’entra niente.



Da quando sono diventata mamma, il letto ha assunto tutt’altro significato. Quello che una volta era il posto preferito per fare tante belle cose: leggere, dormire, fare sesso, mangiare, guardare un film, farsi le unghie, rilassarsi, anche solo pensare. Adesso lo vivo con sospetto, a volte addirittura con terrore.

Il nostro caro amico letto ci ha tradite.
È diventato ostile: lì, adesso può succedere di tutto.

Ma quali sono le cose più odiose, a volte anche le più dolorose, che una mamma deve sopportare nel bel mezzo del talamo?

Mamma Isa, mamma Isaaaa, mamma Isaaaaaaaa… io sveglio.

Sì, ma il resto del mondo dorme ancora.

Io nel lettone.

E qui inizia l’ultimo pezzettino di notte: una lotta all’ultimo sangue, attaccata con le unghie allo straccetto di sonno che mi spetta. Intanto… piedi conficcati tra le costole, manate in faccia e, quando anche Morfeo non ne vuol sapere, piccole dita prendono le mie palpebre per aprirle con forza:

Mamma, tu no dormire. Occhi aperti.


C’è poi la notte in bianco, quella dove, bianchi sono soprattutto i miei capelli.
Marco ha vomitato.
Mi sono abituata a qualunque schifezza under 3: cacca, moccio e caccole di naso non hanno nessun effetto sul mio carma. Ma la cena riversata nel letto, proprio non la reggo.
L’errore più grossolano, che ripeto spesso perché sono troppo stanca per inventarmi una nuova strategia, è quello di portare il piccolo esorcista nel lettone. Per consolarlo e tenerlo più sotto controllo… ma è inevitabile: se ha appena riempito le sue lenzuola, dopo un secondo riempirà anche quelle di mamma e papà. Con un’unica differenza: ahimè, in questo caso, sono grandi più del doppio!


E poi arriva lui, Murphy e le sue leggi infallibili.
Avete un dolce cucciolo che di notte dorme il sonno dei giusti? Buon per voi. Ma statene certi, quella mattina che decide di svegliarsi prima del canto del gallo, quel giorno sarà di sicuro una domenica! Non ce n’è, la volta che andando a letto penserete: domani dormo un po’ di più, lui vi sta ascoltando e vi farà passare subito la poesia.

… è proprio allora che la creatività è necessaria. È proprio qui che servono creativi in grado di usare la magia del loro talento artistico… (Bill Bernbach, 1961)

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