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A volte, Marco viene a dormire
nel lettone.
E non storcete il naso. La conosco quella smorfia. La facevo anch’io… fino a quando non ho conosciuto le tecniche persuasive che può inventarsi un bambino, già dai primi anni di vita.
E non storcete il naso. La conosco quella smorfia. La facevo anch’io… fino a quando non ho conosciuto le tecniche persuasive che può inventarsi un bambino, già dai primi anni di vita.
Marco le affina ogni giorno:
“Ah sì, voi fate i duri? E io faccio il piccolo
orfanello.”
“Stanotte volete fare i genitori di Rambo? Beccatevi
questa.”
E così, ci sono notti che è
impossibile non trovarlo acciambellato tra noi due, che gioca coi baffi del
papà o infila tutto il braccio dentro la maglietta della mamma.
(Marco, te lo scrivo qui, così magari, un giorno, tutto
ti sarà più chiaro: le tette non ci sono più. È inutile che continui a
cercare!)
E poi, ci sono quelle notti che decide anche di fare due chiacchiere.
Bisogna capirlo: la notte è giovane per lui!
Succede che ce la raccontiamo
sulla nostra amica Cappuccetto Rosso, imitando per bene la vociona del lupo
cattivo. Snoccioliamo tutti i nomi degli amici dell’asilo e, nell’appello, non dimentichiamo
neanche le maestre.
Oppure parliamo di quello che
abbiamo visto durante il giorno. Questa volta, ci era capitato di andare dal
medico, dove abbiamo incontrato: Tarzan. Ci salutava dalla copertina di un
libro.
“Chi è mamma Isa?”
“È Tarzan. Vive nella giungla e
vola tra gli alberi, attaccato alle liane.”
Questa cosa è bastata per
lasciarlo a bocca aperta e non dover neanche aprire il libro: quello che aveva visto
in copertina lo aveva già soddisfatto.
Di notte, nel lettone, gli ho
chiesto se ricordava il nostro nuovo amico Tarzan, quello che salta sugli
alberi della giungla…
“Tì, mamma Isa… Tazzan vola nella giungola.”
“E ti ricordi come fa?”
“Tì, mamma Isa… Tazzan vola attaccato alle
stelle.”
Mi ero dilungata molto a
spiegargli cosa fossero le liane e come quest’uomo forzuto riuscisse a passare
da un albero all’altro con il suo grido di battaglia.
Sembrava proprio che mi stesse
ascoltando. Invece, come al solito, io parlavo da adulta e lui ascoltava da
bambino. E ai bambini non servono tante spiegazioni. Serve soltanto vedere un
uomo che vola e pensare che sia appeso alle stelle.
Ma mica me l’aveva detto subito! Mi ha lasciato parlare e spiegare tutto per
bene.
D’altronde, quando sai volare aggrappato
alle stelle, cosa te ne frega di sapere come è fatta una semplice liana.
"Il segreto per annoiare è dire tutto." (Voltaire)
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