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Come è il mondo visto dal basso? C'è un fotografo inglese che se lo è chiesto e il
risultato sono tante immagini che raccontano un punto di vista insolito, un po' dimenticato. Un punto di vista piccolo, piccolo.
Ecco, io questo punto di vista invece non lo voglio dimenticare, perché è quello che ogni giorno mi serve per vivere nel mio mondo in miniatura. Che poi è quello di Marco. Per raccontare questo mondo, però, non userò l'obiettivo di una macchina fotografica ma le parole.
Fingerò, solo per un momento, che Marco abbia scritto la sua prima pagina di diario. Una pagina un po' triste, a dire il vero: la nostra prima litigata.
(Si può litigare con una persona che ha trent’anni meno di me? A quanto pare sì.)
Quella pagina, più o meno direbbe così:
Oggi mamma Isa mi ha sgridato.
Voleva che la seguissi a casa ma io non avevo finito i miei giochi.
Voleva che la seguissi. Ma lei non riusciva a seguire me.
Io corro via perché lei mi prenda.
Voleva che la seguissi. Ma lei non riusciva a seguire me.
Io corro via perché lei mi prenda.
Io scappo perché lei venga da me.
Infatti rido mentre lo faccio, ma lei si arrabbia.
Però, quando ci rincorriamo per gioco va bene.
Infatti rido mentre lo faccio, ma lei si arrabbia.
Però, quando ci rincorriamo per gioco va bene.
Forse non giochiamo mai nello
stesso momento?
Oggi mamma Isa non stava giocando, perché io la conosco la sua
faccia di quando giochiamo e oggi non aveva quella faccia.
Oggi aveva la faccia del lupo cattivo di Cappuccetto Rosso, e parlava anche con il suo vocione.
Oggi aveva la faccia del lupo cattivo di Cappuccetto Rosso, e parlava anche con il suo vocione.
Quando mamma fa quella voce, io la mano non gliela voglio
proprio dare.
Preferisco fare da me, tanto so come si cammina e so anche andare sulle strisce della zebra da solo.
Io ho due anni e so che sulle strisce della zebra si guarda e si corre.
Come con il semaforo.
Preferisco fare da me, tanto so come si cammina e so anche andare sulle strisce della zebra da solo.
Io ho due anni e so che sulle strisce della zebra si guarda e si corre.
Come con il semaforo.
Solo che la zebra è bianca e nera e il semaforo è rosso e
verde.
Alla sera, io gliel’ho chiesto a mamma Isa: mamma, tu contenta?
Lei ha detto di no e allora ho pensato di farglielo io un sorriso.
Con le mie mani.
Alla sera, io gliel’ho chiesto a mamma Isa: mamma, tu contenta?
Lei ha detto di no e allora ho pensato di farglielo io un sorriso.
Con le mie mani.
Ho preso i lati della sua bocca, glieli ho tirati verso
l’alto e ho detto: adesso mamma Isa è contenta.
Poi ho tolto le mani e il suo
sorriso è rimasto su.
Allora ho detto: anche Marco contento!
Allora ho detto: anche Marco contento!
inconsapevole ispirazione per
questo post.
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