Questa volta “no” voglio dirlo anch’io. Ecchecavolo, lo deve
dire sempre e solo Marco?!
L’orologio biologico esiste. E non parlo solo di quello che ci
fanno ticchettare davanti al naso quando, alla soglia dei trent’anni, non
abbiamo uno straccio di relazione stabile, del principe azzurro neanche l’ombra
e del nostro desiderio di maternità non sappiamo che farcene.
No, parlo di un orologio biologico che riguarda anche quelle
che rientrano perfettamente nelle statistiche della famiglia modello:
sposata,
attesa di un paio d’anni di frizzi e lazzi,
nascita del primo figlio,
attesa di altri due anni (senza frizzi e lazzi),
nascita del secondo bebè,
arrivo di un cane per completare il quadretto.
Ebbene, anche in questi casi, scattano dei limiti età. Infatti,
recenti studi hanno dimostrato che, nonostante si credesse immune, anche la
donna può soffrire della sindrome di Peter Pan.
1 – Trovarsi con le amiche e divertirsi per una serata di
libera uscita va benissimo! Ma ricorda che per stare in piedi fuori dal tettuccio della limousine rosa, presa a nolo per la serata, ci vuole tanto equilibrio e tanto
stomaco… nel senso che è meglio se ti ricordi di mettere la canottiera, che poi
ti si blocca tutta la cena e ti rovini la serata!
2 - Quando il ragazzo in fila davanti a te in discoteca, ti chiede (dandoti
rigorosamente del Lei) se per caso non ti ha già visto alle riunioni della
Stanhome organizzate dalla madre, capisci che forse non è il locale che fa per te. (già parlare della Stanhome, mi colloca
lontana anni luce dalle generazioni di teenager di oggi)
3 - Se non ti sono mai piaciuti gli spogliarelli, questo non
è un buon momento per provare ad andarci. Il giorno dopo, cambiando il
pannolino a tuo figlio, potresti immaginartelo con qualche banconota infilata
qua e là.
4 - Ubriacarsi e vomitare fuori dalla discoteca, non farà
altro che riaprire vecchie ferite, ripensando alle tue nausee mattutine. Non ne
hai già avuto abbastanza?
5 - I tacchi vanno benissimo ed esaltano senza dubbio la tua
femminilità. Ritengo, però, che non siano la soluzione più furba per rincorrere
tuo figlio al parco. Al massimo, potresti servirti del tuo tacco 12 per tirarglielo dietro, quando proprio non riesci
a raggiungerlo. Ma è una tecnica non ancora approvata dall’UNICEF.
6 - Gli addii al nubilato con tanto di maglietta
personalizzata che ritrae la futura sposa abbracciata a un fallo gigante, coroncina
di cazzetti e cestino dispensa preservativi, sono fatti per chi ancora non ha
scoperto la differenza tra allattamento a richiesta o a orario.
7 – Mettere sul tuo profilo di Facebook una foto di quindici
anni fa, ovviamente autoscattata, con un’espressione da coniglietta sexy e
aderire ai raduni dei fan di Twilight ti si ritorcerà contro. Perché tuo
figlio, che di Internet e social network ne sa già più di te, ha già trovato il
tuo profilo e si è già fatto quattro risate con gli amici.
8 - Piangere e strapparti i capelli a un concerto
dell’ultima boy band del momento, può avere senso solo se lo stai facendo come
corso di formazione. Una sorta di aggiornamento antropologico per sapere come aiutare i teenager di oggi. Fossi in te ne parlerei col tuo
commercialista: forse puoi ancora scaricare il costo del biglietto.
9 – Se al liceo eri una specie di cheerleader pronta a
esibirti in balletti e acrobazie a tutti gli eventi sportivi della scuola, non
è necessario che tu faccia altrettanto alla partita di calcio di tuo figlio.
Lui ti sarà altrettanto grato, anche se ti limiti a un tifo più sobrio. Consentito
anche a un pubblico under 18.
10 – Il fine settimana con le amiche è un vero toccasana.
Attenta però, se sei una che si fa venire la balla triste, a non finire in un
angolo del bar a raccontare quanto ti pesa la poppata di mezzanotte.
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