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Oggi è il giorno dedicato a quel
personaggio che nella famiglia italiana è sempre un po’ dimenticato. Diciamolo:
la mamma italiana è famosa in tutto il mondo. L’abbiamo esportata così bene, che
è entrata di diritto nei luoghi comuni del Belpaese: pizza, mandolino e la mammmmmma!
Ma, se è vero che di mamma ce n'è una sola, è papà a non avere plurale.
Oggi è la festa
dell’attore non protagonista, quello che anche quando vince l’Oscar,
tutti si domandano: ma che film ha fatto?
Che poi, in fin dei conti tutto
parte da loro, in realtà. Eppure, questi poveri papà, passano via, via in
secondo piano, anche se si devono sorbire donne irriconoscibili, con voglie al
limite della legalità sanitaria, con sbalzi di umore che il Dottor Jekyll e Mr Hyde, in confronto, erano sani di mente.
Lei: Aggiungi un cuscino,
togli un cuscino.
Portami un gelato, anzi no, la Nutella,
mettici qualche patatina…
togli un cuscino.
Portami un gelato, anzi no, la Nutella,
mettici qualche patatina…
Lui: Ma vuoi le patatine con la Nutella???
Lei: Sììì, bella idea! Porta, porta!
È pur vero che noi ci subiamo le
doglie e il parto, che io avrei scambiato volentieri con il genere maschile, al
posto del servizio militare. Ma adesso non c’è più e non saprei cos’altro
barattare.
In ogni caso, io al mondo dei
papà voglio bene, perché si sono evoluti un sacco.
Forse hanno fatto più passi
avanti delle mamme, a dire il vero.
I nostri padri dicevano cose del
tipo: a me la cacca di mio figlio fa
proprio schifo, non riuscirei mai a cambiarlo. Forse pensavano che le loro
signore, invece, ci banchettassero, con i residui chimici da pannolino!
Adesso i papà almeno ci provano:
spesso Marco ha la maglia di un pigiama invernale con dei pantaloni estivi. Praticamente, una
quattro stagioni ambulante, con tanto di calze scompagnate.
Altre volte, lo ritrovo nel
letto con le ciabatte ancora ai piedi, rigorosamente sotto le coperte. Non voleva proprio saperne di toglierle! È
la solita difesa d’ufficio.
Marco, con me, fa i puzzle nel
modo convenzionale. Con suo papà si sono inventati i puzzle “matti”, tutti
invertiti: la testa del lupo col corpo della giraffa e le gambe della mucca. E
giù le risate!
Questo è il succo del discorso:
i papà sanno essere più matti. Escono dal loro ruolo di genitore, più di quanto
facciamo noi mamme. E mi sono anche sforzata, non è che non l’ho fatto, ma alla
fine, io sono quella delle regole, scherzose, giocherellone, ma pur sempre
regole.
Oggi voglio fare gli auguri a
questi attori non protagonisti e per un giorno (non vi ci abituate) farli
sentire al centro della scena.
Perché solo chi è al secondo
posto, non si stanca mai di provarci, per cercare di arrivare primo.
Ecco perché, ho deciso di
regalare a tutti i papà uno dei capisaldi della creatività internazionale, che porta dentro di sé questo concetto semplicissimo e verissimo. È dedicata ai numeri due, che vogliono diventare numeri uno!
Nasce dalla mente di uno dei
padri della pubblicità: Bill Bernbach.
Quindi, da padre a padre: tanti auguri!
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