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Mi sembra di averlo già detto,
uno dei lati positivi di avere avuto un figlio maschio, è stato di poter declinare, con educazione, le
camionate di rasi e pizzi, già pronte per essere scaricate nel mio
appartamento.
Sono cresciuta con una madre che
amava il rosa in modo viscerale. Avere una figlia femmina, non ha fatto altro
che aumentare questa sua passione. Fino
a due anni, ero una grossa, grassa, bomboniera rosa con scarpe di cuoio, troppo
strette per contenere anche solo la metà della ciccia che avevo sui piedi.
Ecco da dove nasce questa mia repulsione al classico rosa bebè!
Poi, l’altro giorno, succede che mi soffermo
a guardare
Marco.
Era al parco a giocare con fango
e acqua: aveva i vestiti completamente bagnati e sporchi. Così, ho dovuto mettergli quello che avevo nella borsa: una felpa senza maniche a
coprire una bella pancia nuda. Il risultato era al limite della decenza, ma lui
se la tirava come neanche un modello di Armani. Assolutamente a suo agio nei
panni di uno scappato di casa!
Da sempre refrattario a
qualunque abbinamento di colori, interpreta l’eleganza come si fa con un quadro
di Kandinsky… se piace a tutti, dovrà essere bello per forza!
I buchi nei pantaloni lo fanno morire dal ridere: ci mette il dito dentro per
allargarli al grido di...
mamma guarda,
buuuuchiiino!
Le macchie di sugo gli sembrano semplicemente un grande spreco e l’ho trovato più
di una volta, mentre cercava di mangiarselo di nuovo.
Ma per vederlo veramente soddisfatto, ho dovuto aspettare la prima volta che ha
giocato sotto la pioggia. Ero sprovvista di qualunque indumento impermeabile,
così ho dovuto riparare, coprendolo con un sacchetto dell’immondizia. Ebbene sì, l’ho visto pavoneggiarsi per davvero!
Forse è troppo tardi per
intervenire?
Mi sa proprio che il danno è fatto.
Una madre cresciuta in due scarpe
rosa troppo strette, non poteva che dare alla luce un figlio che neanche
l’ultimo dei punkabbestia vorrebbe come amico.
Ma la verità è un’altra: sono
stata l’unica ad interpretare la moda degli scaldamuscoli dei primi anni ‘90 alla
lettera. Facendoli uscire dalle loro legittime palestre e portandoli in giro
con un certo orgoglio.
Penso che tutto abbia avuto inizio da lì: inesorabile è arrivata la punizione divina.
Penso che tutto abbia avuto inizio da lì: inesorabile è arrivata la punizione divina.
Dovete avere qualcosa su cui applicare la creatività.
Dovete viverci insieme. Dovete sprofondarci dentro. Farne indigestione. (Bill
Bernbach – 1961)
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